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mercoledì 02 dicembre 2009

I disoccupati superano i 2milioni, prima volta dal 2004

Occupazione dati istat

I disoccupati in Italia hanno superato i duemilioni (2.004.000) ed è la prima volta dal 2004 che l’Istat rivela un dato così elevato ed allarmante. Ad ottobre il tasso di disoccupazione nel nostro paese è salito all’8%, rispetto al 7,8% di settembre (un punto percentuale in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) che tradotto vogliono dire altre 39mila persone che hanno perso il posto di lavoro. Rispetto allo scorso anno il numero delle persone in cerca di lavoro è aumentato del 13,4% (236mila). Ma il dato più preoccupante è quello del tasso di disoccupazione giovanile salito dal già elevato 26,2% di settembre al 26,9% di ottobre. Rispetto all’ottobre dello scorso anno, il tasso giovanile di disoccupazione è aumentato del 4,5%.

Un altro dato interessante che deve essere preso in considerazione per avere un quadro il più esaustivo possibile della situazione attuale è quello del numero di ‘inattivi’ cioè delle persone che non hanno neanche ricercato un lavoro. La categoria degli Inattivi, che comprende studenti, casalinghe e disoccupati di lungo corso ,conta ad ottobre 2009 14.741.000 persone con un aumento di 210mila unità rispetto allo stesso mese dello scorso anno (+ 0,4%).

La tendenza, inoltre, è penalizzante anche per l’occupazione femminile che raggiunge le 9.298.000 unità, con una riduzione rispetto a settembre dello 0,3 per cento (-30 mila unità) e, rispetto ad ottobre dello scorso anno, dello 0,7 per cento, pari a 67mila posti di lavoro. Mentre l’occupazione maschile segna un trend positivo con uno 0,2 per cento in più su base mensile ma deve fare i conti con un sonoro – 1,5% (217mila unità) rispetto ad ottobre 2008.

martedì 22 aprile 2008

Donne ed occupazione: l'Italia supera solo Malta

Il tasso di occupazione femminile divide in due inesorabilmente il nostro paese. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, il nord Italia sarebbe allineato alle aree geografiche più evolute a livello mondiale, mentre il sud sprofonderebbe a livello Paesi come India e Bangladesh, e ben 26 punti percentuali al di sotto dell’Africa Sub-Sahariana. Un dato allarmante e molto preoccupante, per chi come me, è donna e lavora con impegno e costanza.

Il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli, ha comparato i dati forniti da Eurostat, Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) ed Istat relativi al terzo trimestre 2007. Il tasso di occupazione femminile italiano, sul totale della corrispondente popolazione di riferimento, è di 46,9% ed attesta il nostro paese al penultimo posto in Europa, davanti solo a Malta. Ma se questo dato viene scomposto in aeree geografiche fornisce molti più elementi di approfondimento.

Il Nord ha un tasso di occupazione femminile pari al 57%, nella fascia d’età delle lavoratrici tra i 15 e 64 anni (meglio di Spagna, al 55% e molto vicino alla media UE del 58,8%) che sale ad uno sbalorditivo 74,3% nella fascia di età 25 – 34 anni. Su questa fascia il Nord Italia supera persino Svezia e Danimarca, prime a pari merito nell’Europa a 27, con il loro 73,3%.

Per quanto riguarda il lavoro femminile nel Sud Italia Zohreh Tabatabai, direttrice della Comunicazione dell’Ilo, lo ha definito “un inaccettabile spreco di talenti che zavorra l’economia del Paese”. Il tasso di occupazione tra i 15 e il 64 anni è, infatti, pari al 31,2%, peggio che in Asia meridionale. L’area che comprende Bangladesh, Bhutan, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka e Iran vanta un 34,1%. Inoltre, nel mezzogiorno il tasso di disoccupazione femminile è del 14,1% e sale al 36,2% nella fascia di età 15 – 24 anni. Quello di inattività, cioè quello che comprende anche le donne che non cercano lavoro è addirittura del 63,7%.

Tra i problemi principali che ostacolano l’occupazione femminile sono da annoverare: il numero troppo basso di asili (in Campania sono 1,7% i posti sul totale dei bambini), lo scarso aiuto da parte delle nonne (che hanno più nipoti e più problemi di salute rispetto alle ‘colleghe’ del nord), la bassa propensione maschile alla condivisione della cura dei figli e l’idea da parte delle donne del sud che essere casalinga corrisponde ad un mestiere a tutti gli effetti.

Filed under: Senza categoria — Tag:, , — alessandra @ 08:44