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venerdì 23 settembre 2011

Colloqui di lavoro: per non perdere punti, attenti al linguaggio del corpo

by bpsusf

Quando ci si presenta a un colloquio di lavoro, è perfettamente normale sentirsi tesi. Per fare una buona impressione, però, il candidato deve dimostrarsi lucido e pronto a sfoggiare curriculum e affabilità.

Ma sarà sufficiente? Recenti studi hanno infatti confermato come aspetti di comunicazione non verbale incidano profondamente sul giudizio del candidato.

La postura, la gestualità e le espressioni facciali, piuttosto che il contatto visivo o la gestione dell spazio, sono elementi molto eloquenti.  All’occhio allenato di un esaminatore, raccontano molto di noi anche senza aprire bocca.

Cerchiamo quindi di ricordarci errori e trucchi che possono spostare l’ago della bilancia. Ecco i dati raccolti da Career Builder, divulgati recentemente da Job Meeting.

Cento manager italiani intervistati hanno elencato quali sono gli errori che più sfavoriscono un candidato.

  • Mancato sguardo diretto (62%)
  • Stretta di mano debole (58%)
  • Muoversi troppo sulla sedia (39%)
  • Cattiva postura (38%)
  • Incrociare le braccia (36%)
  • Giocherellare con qualche oggetto sul tavolo (27%)
  • Gesticolare troppo con le mani (25%)
  • Toccarsi i capelli o il viso (25%)
  • Non sorridere (21%)
  • Stretta di mano troppo forte (9%)

Gli stessi manager hanno poi espresso un parere favorevole verso il candidato…

  • che parla più lingue (36%)
  • con il più spiccato senso dell’umorismo (19%)
  • più attivo socialmente (19%)
  • più aggiornato sull’attualità (14%)
  • meglio vestito (12%)
  • che ha maggiore conoscenza dei social media (11%)
  • in migliore forma fisica (8%)

 Se vi siete messi alla ricerca di un nuovo lavoro, quindi, prendetevi qualche minuto per analizzarvi. Provate a simulare un colloquio, magari con un amico oppure davanti allo specchio: sulle prime sarà imbarazzante e sicuramente resterete stupiti di quanti segnali lancia il vostro corpo. Questo esercizio però vi aiuterà ad arrivare più preparati all’incontro con l’esaminatore.

sabato 05 settembre 2009

Sono trentamila i posti di lavoro rimasti vacanti

piccole-imprese

Un’inchiesta svolta da Confartigianato sul fabbisogno di manodopera dei primi sei mesi dell’anno mette in luce come, nonostante la situazione di crisi economica attuale, il sistema delle piccole imprese e dell’artigianato potrà creare 94.670 posti di lavoro. Di questi, quasi un terzo (30.750) rischia di rimanere vacante. Per quanto si cerchino lavoratori disposti a farlo non si riesce a trovare nessuno. Se si calcola che sono stati circa 30mila i lavoratori che nel giugno scorso in Lombardia hanno avuto accesso alla cassa integrazione in deroga ci si rende conto dell’ampiezza del problema che smentisce sonoramente le dichiarazioni politiche fatte da alcuni, rivolte contro gli immigrati che ci ruberebbero il posto di lavoro.

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