Archivi: ottobre 2007

martedì 30 ottobre 2007

In Italia difficile infrangere il glass ceiling

Poche donne nel consiglio di amministrazione delle società italiane. Non è una novità ma gli ultimi dati confermano ulteriormente la situazione. Secondo i dati di Noreena Hertz, direttrice associata del Centre for International Business dell’Università di Cambridge le donne non sono assolutamente rappresentate equamente nei consigli di amministrazione. Ad aggiudicarsi il primo posto per il numero di donne su 100 è la Svezia con 22 rappresentanti di sesso femminile, seguita da Danimarca a quota 18 e Gran Bretagna 11. Subito dopo Germania e Paesi Bassi con 7 donne su 100. Nelle ultime posizioni si piazza l’Italia con un insufficiente e misero 2.
Se si va a controllare i consigli di amministrazione delle grandi società italiane poi, l’amarezza e la consapevolezza di perdere l’ennesima occasione di riscatto cresce a dismisura. Nel CdA della Fiat si registra uno zero su quindici, nel Consiglio di sorveglianza di IntesaSan Paolo una sola donna su diciannove persone, in Finmeccanica nessuna donna. Se poi si vanno a controllare le diciassette società operanti nel settore tessile – abbigliamento – accessori il dato è dir poco sconfortante: su 142 posti di amministratore disponibili solo otto sono occupati da donne. E questo non è tutto. Di queste solo Sabina Grossi di Luxottica non fa parte della famiglia che controlla l’azienda.
Eppure questa mentalità tutta italiana (ma non solo, diciamo quasi latina) non giova di certo alla nostra economia. Uno studio sull’andamento delle 500 principali società americane nel periodo di tempo 2001-2004 mostra come la relazione, tra la percentuale di donne nel consiglio di amministrazione e le performance economiche, sia di segno positivo. Questo dimostra che le aziende guidate dalle donne hanno rendimenti del capitale netto migliori e generano un valore azionario maggiore se confrontate con aziende con un Cda prettamente maschile.
Un altro esempio è il caso della Norvegia dove, dal gennaio 2006, le società quotate in Borsa sono obbligate a riservare alle donne una parte dei posti di amministratore. L’obiettivo è quello di raggiungere quota 40% entro due anni. Ad inizio giugno 2007 più della metà delle società quotate hanno raggiunto la soglia di legge passando dal 38% di marzo al 55%. Tenere le donne fuori dalle stanze dei Cda non può che rendere più solida la natura chiusa dei centri decisionali ed è inconciliabile con una buona gestione dell’azienda.
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lunedì 22 ottobre 2007

La Bbc acquista la Lonely Planet

Nata dal viaggio di nozze in Australia di due sposini hippye squattrinati e sognatori, la Lonely Planet è diventata leader mondiale del settore turistico. Era il 1973 quando Maureen e Tony Wheeler con ‘Across Asia on the cheap’ diedero il via alle pubblicazioni della guida più conosciuta del mondo, che in tre mesi riuscì a vendere ottomila copie. Molte cose sono cambiate da allora: da prontuario per giovani saccoapelisti, che vogliono spendere quattro soldi, a guida con 500 titoli, che coprono i territori dell’intero pianeta, sei milioni e mezzo di copie vendute all’anno, un sito internet con 4 milioni e mezzo di visitatori al mese, programmi televisivi venduti in cento paesi del globo e un pubblico di lettori spostatosi inesorabilmente verso la middle class. Ed ora anche l’acquisto da parte della Bbc, la televisione pubblica inglese. La Bbc WorldWide, la divisione commerciale della British Broadcasting Corporation, ha acquistato la Lonely per 100 milioni di sterline. Di questa cifra, almeno 70 milioni sono spettati ai due fondatori, che, pur non amministrando più direttamente da molti anni l’azienda ne conservano il 70% della proprietà. “Abbiamo venduto alla Bbc – spiega Tony – per assicurare un futuro a lungo termine alla società, entrando a far parte di un grande media globale dalla reputazione integerrima”. I coniugi manterranno il 25% della compagnia e la sede principale rimarrà a Melbourne. Soddisfazione anche in casa Bbc che con questa operazione cerca di rafforzare la presenza nel settore viaggi e potenziare il comparto internet. “L’accordo rafforzerà la visibilità di Lonely Planet – ha sottolineato Etienne de Villiers, presidente non esecutivo di Bbc Worldwide – ed il suo potenziale di crescita, soprattutto nell’arena digitale e darà la possibilità ai suoi utenti di accedere ad un rampio range di contenuti Bbc“.
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mercoledì 10 ottobre 2007

Nokia acquisisce Navteq per 8,1 miliardi di dollari


Il colosso dei cellulari Nokia entra nel business dei navigatori satellitari acquisendo l’americana Navteq. Con un’intesa pari a 8,1 miliardi di dollari la società finlandese si è assicurata il controllo di uno dei leader mondiali, insieme a TeleAtlas, del settore delle mappe digitali. L’accordo prevede che Nokia pagherà a Navteq 78 dollari in contanti per ogni sua azione (il 34% in più rispetto alla media delle quotazioni del gruppo a New York negli ultimi trenta giorni). L’operazione tra i due board, anticipata nei gironi scorsi dal Wall Street Journal, era stata vista immediatamente in modo favorevole dal mondo finanziario. A partire dal giudizio espresso dagli analisti Cheuvreux che hanno inserito il titolo del gruppo finlandese nella propria “selected buy list” con un giudizio “outperform”, facendo salire il target price a 32 euro dai precedenti 25 euro. Con questa operazione la Nokia rivendica di essersi assicurata diverse attività chiave sulla navigazione digitale. “Questi servizi – ha commentato Olli-Pekka Kallasvuo, amministratore delegato e presidente di Nokia – rappresentano un nuovo passo in avanti nella strategia di diffusione di servizi in internet.” L’ acquisizione della società americana è, qundi, una risposta concreta verso la conquista della leadership tra i diversi player a livello mondiale. Lo scorso anno la Navteq ha registrato un fatturato di 582 milioni di dollari e può vantare circa 3.000 addetti sparsi nelle sedi di 30 diversi paesi
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martedì 02 ottobre 2007

Frenata del comparto auto a settembre 2007

Il mercato dell’auto italiano è in piena flessione nel mese di settembre. Secondo i dati della Motorizzazione civile diffusi dal Ministero dei trasporti le nuove immatricolazioni hanno segnato un aumento del 0,20% contro le previsione del 2,4%, con una riduzione, rispetto a settembre 2006 del 4,86%. Le nuove auto sono state 184.774, mentre a settembre 2006 furono 184.403. Nello stesso periodo sono calate sensibilmente le compravendite di auto usate: a settembre 2007 si sono registrati 379.928 trasferimenti di proprietà di auto usate, mentre a settembre scorso furono 399.342. La frenata degli acquisti arriva dopo i considerevoli rialzi dei mesi precedenti ed è stata causata dal calo di fiducia dei consumatori. I primi nove mesi dell’anno in corso, infatti, avevano segnato un incremento del 6,64%.
“Sull’andamento a settembre – dice l’analisi del Centro studi Promotor – ha influito probabilmente l’impatto psicologico delle ripercussioni della crisi dei mutui subprime sull’economia reale. In particolare il repentino mutamento del quadro congiunturale potrebbe influire sulla domanda sia per la diminuita capacità di spesa di famiglie e imprese sia perché il possibile ulteriore aumento del costo del denaro potrebbe rendere meno facile e più oneroso il credito al consumo”.
Anche in questa situazione di stallo la Fiat è riuscita a toccare quota + 2,1% immatricolando oltre 57mila vetture in settembre. Fiat Group Automobilies ha ottenuto una quota del 31,1%, con 0,6 punti in più rispetto a settembre 2006. Cresce anche Lancia (+2,67%), perde quota invece Alfa Romeo (-9,86%). Ai primi tre posti della classifica delle vetture più vendute a settembre si posizionano la Punto, la Panda e la nuova 500, che ha raggiunto quota 75mila ordini in tutta Europa e supera la Ford Fiesta. Un’altra conferma per il gruppo torinese arriva da Doblò, primo nel suo segmento con il 51,3 per cento.
Tra le marche estere nel mese perdono terreno Peugeot (-19,8%), Toyota-Lexus (-13,9%), Renault (-12%). Salgono, invece, le vetture economiche di Chevrolet (+19,7%), e le auto Ford (+4,67%) e Opel (+3,15%). Recuperano le lussuose Mercedes (11,74% a settembre contro +0,46% dei primi nove mesi), Bmw (+6,75% contro il -14,2% della rivale Audi), Chrysler-Jeep-Dodge (+9,9%).
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