Torniamo a parlare di innovazione nel settore della ristorazione e questa volta con un ristorante tedesco, ‘s Baggers, che ha eliminato completamente il bisogno di camerieri. Il ristorante, che si trova a Norimberga, dispone infatti di postazioni dotate di touch screen attraverso i quali è possibile consultare il menù, effettuare le ordinazioni ed ottenere una serie di informazioni utili quali i tempi di attesa o i valori nutritivi dei piatti. Le varie portate e bevande vengono poi fatte arrivare agli avventori attraverso un sistema di “binari” che corre lungo tutto il locale.
Di seguito un video (in tedesco) che illustra le caratteritiche di ‘s Baggers.
Un’idea che forse a non tutti potrà piacere, ma che rende sicuramente ‘s Baggers un ristorante diverso dagli altri.
Il marchio inglese di abbigliamento Howies ha recentemente lanciato Hand-Me-Down, una linea di giacconi e borse in netta controtendenza con i concetti della moda-veloce. Il concetto chiave su cui vengono realizzati i capi è infatti quello della durata: tecniche e materiali sono studiati appositamente per permettere una durata di minimo 10 anni (l’espressione “Hand Me Down” si può tradurre con “tramàndami”).

I giacconi, ad esempio, sono realizzati con tessuti di altissima qualità e resistenza e che contengono circa il 30% in più di filato rispetto ad un tessuto normale.
Un’idea forse non particolarmente innovativa, ma che mi piace citare perchè è un esempio interessante di posizionamento chiaro e originale.
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Per fortuna la sensibilità ecologica si sta radicando con sempre più forza nella nostra società. L’ultimo esempio riguarda un servizio, la pubblicità, non ancora toccato da queste tematiche: l’inglese Curb realizza campagne pubblicitarie a basso impatto ambientale; in altre parole, una “agenzia pubblicitaria verde“.
Ecco alcuni esempi.
Curb realizza sculture di sabbia di ogni dimensione.

E’ in grado di disegnare loghi in alta definizione sul legno.

Offre un servizio di “potatura di loghi” sulle zolle d’erba.

Realizza loghi aziendali nella neve.

Riesce infine a “disegnare” su marciapiedi e pavimenti, attraverso un’innovativo processo di rimozione dello sporco in modo da ricreare immagini e loghi.



Visto che la sensibilità ecologica non è ancora pienamente diffusa e che nemmeno la possibilità di risparmiare denaro sembra spingere gli automobilisti a preferire soluzioni di “auto condivise” (car pooling, nella terminologia inglese), NuRide è un sito che si propone di fornire un ulteriore stimolo alla razionalizzazione dei trasporti privati americani: ricompensare con premi gli automobilisti che riducono l’uso della propria auto (andando a piedi, in autobus, in metropolitana o in bicicletta) o che lo razionalizzano di concerto con altri che fanno lo stesso percorso (con il car pooling, appunto).
I premi, forniti dalle aziende sponsor di NuRide, consistono in buoni da spendere in prodotti e biglietti per eventi e spettacoli. Si calcola che un utente regolare di NuRide arrivi a “guadagnare” circa 350 $ in un anno. Dal canto loro, gli sponsor ricevono (oltre alla visibilità) informazioni sulle abitudini degli utenti iscritti. Questi infatti sono chiamati ad inserire sul sito le informazioni circa le loro abitudini “verdi” (luoghi di partenza e di arrivo, orari, preferenze di viaggio e informazioni sui veicoli utilizzati) e guadagnano punti ogni volta che dichiarano di aver preso la bicicletta invece che essere andati in macchina; oppure di aver organizzato con i colleghi auto collettive per andare al lavoro con una sola macchina.
Di seguito un video promozionale di NuRide:
Vista l’appetibilità dell’offerta per eventuali truffatori, NuRide impone una limitazione: gli utenti accettati devono avere un indirizzo email di un’azienda nota e rispettabile, oppure di un’istituzione come una scuola o un’università. Non possono quindi iscriversi utenti dotati di indirizzi generici.
Nonostante queste limitazioni, i numeri di NuRide fanno impressione: con quasi 40.000 iscritti e più di 2 milioni di viaggi in macchina “risparmiati” rappresenta l’ennesimo esempio di una nicchia di successo.
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e si può scegliere anche la nonna che li realizza…
Che i tempi per le anonime produzioni di massa siano sempre più magri lo si è capito da un pezzo; così come si è capito che la personalizzazione sia una delle strade al successo. Questa strada sta prendendo piede nel campo della moda (ne sono un esempio le Kickers, il classico polacchino bicolore, ora personalizzabile sul sito dell’azienda) ma anche in settori meno consoni come quello alimentare.
Non deve soprendere quindi sapere che in Francia un’azienda di berretti, Golden Hook, permetta ai propri clienti non solo di personalizzare forma e colori dei propri cappellini ma persino di scegliere la “nonna” che li realizzerà a mano. L’azienda infatti si avvale della collaborazione di anziane signore esperte di lavori a maglia che realizzano per suo conto i capi via via ordinati dai clienti.
Il processo, nemmeno a dirlo, comincia sul sito di Golden Hook, dove gli utenti sono chiamati a decidere la forma del berretto desiderato: classico, lungo o “peruviano”, con il pon-pon o senza. Poi si passa alla trama ed ai colori ed infine… alla persona che realizzarà a mano il capo. Per ogni “nonna” il sito riporta una foto e una breve descrizione che possa facilitare la scelta (ad esempio: “74 anni e 4 nipoti, adora la tecnologia e non si perde neanche una puntata della Ruota della Fortuna”).
Di seguito un video promozionale di Golden Hook:
Un’idea niente male ed estensibile ad altre tipologie di capi. Se poi pensiamo a quanti “talenti nascosti della maglieria” esitono fra le nostre mamme, nonne, parenti e conoscenti…
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