martedì 13 maggio 2008

L'Italia tiene grazie a Opec, Usa e Efta

Contro tutte le aspettative i conti italiani con l’estero continuano a tenere e non cedono nonostante il costo maggiore del petrolio e del gas. Nel primo trimestre 2008, il deficit tra le esportazioni e le importazioni nei confronti dei paesi extra europei è stato uguale a quello segnato nello stesso periodo dell’anno scorso e cioè – 6,9 miliardi di euro. In quel periodo il prezzo di un barile di petrolio era di 58,6 dollari contro i 96,5 (+ 64%) attuali mentre il dollaro valeva 1,31 ed ora, con il supereuro, 1,49 in media di trimestre (13%) . Nonostante tutto questo, e la crisi dei mutui subprime che ha investito gli Stati Uniti, il saldo dei nostri conti con i paesi posti al di fuori dell’Unione Europea, è rimasto stabile. Sembra siano alcune determinanti strutturali a far reggere l’Italia in questo particolare equilibrio e consentono ai conti con l’estero di tenere.

Il primo fattore che contribuisce a questo andamento positivo è sicuramente costituito dal fatto che il maggior esborso monetario che il nostro paese deve pagare ai paesi da cui compriamo energia viene controbilanciato dalle maggiori esportazioni italiane verso quelle aeree. La Repubblica, nell’inserto Affari e Finanze, fa un esempio che chiarisce questo concetto:

Nel caso dell’OPEC, le importazioni italiane dal cartello dei paesi produttori di petrolio sono aumentate dagli 8,1 miliardi di euro del I trimestre 2007 ai 10,3 miliardi di euro dei primi tre mesi di quest’anno. Contemporaneamente, però, anche le esportazioni italiane verso i paesi OPEC sono cresciute in maniera significativa, da 3,7 a 4,6 miliardi di euro. Per ogni 100 euro di import in più, 41 euro sono riaffluiti in Italia nella forma di maggiori acquisti di merci italiane da parte di residenti nell’OPEC”.

Un secondo fattore può essere indicato nella tenuta dell’eccedenza bilaterale nei confronti degli Stati Uniti. Le esportazioni italiane negli Usa sono migliorate nel trimestre 2008 (2.948 milioni di euro) rispetto ai 2.767 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente dimostrando come la predilezione del made in Italy non sembra venir meno nei consumatori americani.

Il terzo fattore, che contribuisce a non far cadere l’Italia, è costituito dalla crescita degli avanzi che l’Italia riesce a raccogliere con gli acquirenti siglati dall’Istat Efta (tra i quali la Svizzera), con quelli cosiddetti Eda (Economie dinamiche dell’Asia) e le economie che l’Istat ha siglato come quelle di “Altri paesi europei” (dalla Croazia, all’Ucraina, all’Albania).

Filed under: Senza categoria — Tag:, , , , , — alessandra @ 08:23

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