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martedì 17 febbraio 2009

Wonga, mini-prestiti in 60 minuti

wonga

Con la tecnologia che rende il mondo sempre più veloce e una crisi economica dilagante, una start-up inglese ha deciso di portare questa velocità nel mondo dei micro-finanziamenti. Si chiama Wonga, opera solo online ed offre un servizio di piccoli prestiti istantanei (tra 50 e 200 sterline) da ripagare entro massimo 30 giorni.

Attraverso una maschera di ricerca molto intuitiva, gli utenti inseriscono la cifra che vogliono chiedere in prestito e il numero di giorni della durata del prestito, visualizzando immediatamente gli interessi dovuti e la cifra totale da restituire. Una volta accettata la transazione, il denaro viene accreditato sul conto del clienti entro i successivi 60 minuti.

Il meccanismo del sito si avvale anche di un sistema di rating, sul modello di quello di eBay, in cui gli utenti sono valutati in base alla loro affidabilità dimostrata nelle transazioni passate. Più un cliente si sarà dimostrato affidabile e migliori saranno le condizioni del prestito.

Un’idea sicuramente controversa dal punto di vista socio-economico (in una società già largamente indebitata questa potrebbe essere una fonte di problemi per le famiglie: i micro-indebitamenti) ma che dal punto di vista imprenditoriale si dimostra indubbiamente una novità da tenere d’occhio.

martedì 28 ottobre 2008

Con il Social Lending il credito personale è online

Il periodo nero delle borse mondiali sta portando alla ribalta un nuovo tipo di credito personale, il Social Lending, una forma alternativa di investimento e credito che si basa sul web e sulla mancanza di intermediari tradizionali. La prima community di Social Lending in Italia, Zopa.it, dopo il lunedì nero delle borse ha avuto un incremento delle iscrizioni pari al 65%, a dimostrazione di quanto il credito tra privati stia acquistando sempre maggiore importanza tra le varie soluzioni disponibili.

Il funzionamento del Social Lending (o prestito sociale, prestito 2.0, prestito peer-to-peer) è molto semplice. L’operazione si svolge tra un prestatore di denaro e un richiedente, i quali si incontrano solo virtualmente su internet attraverso i siti di social lending (in Italia Zopa.it e Boober.it, che è stato il primo servizio di prestito sociale ad aprire nel nostro paese). Chi dispone di somme da investire – si va da un minimo di 500 euro ad un massimo di 15mila – può in questo modo guadagnare una somma molto maggiore rispetto a quella che otterrebbe appoggiandosi ad un istituto di credito. Allo stesso modo, chi ha bisogno di una somma di denaro, con il prestito sociale, lo potrà ottenere a tassi nettamente migliori e concorrenziali. Tutto questo è possibile grazie all’eliminazione delle spese di intermediazione.

Il prestito si perfeziona quando il prestatore di denaro riesce ad ottenere un tasso d’interesse attivo più elevato rispetto a quanto offerto in media da conti correnti e depositi e quando il richiedente, allo stesso modo, si assicura un prestito con un costo inferiore ai tassi medi praticati dagli intermediari del credito.

Secondo le rilevazioni effettuate da Bankitalia, chi chiede un prestito fino a 5mila euro ad una finanziaria deve pagare mediamente un tasso del 16,52%  e per i prestatori il rendimento lordo medio è pari al 7,7%. Inoltre, l’80% di loro si posiziona all’interno di una forbice che va dal 6,5 all’8,4%. I 100 prestatori, invece, che all’interno della community di Social Lending, riescono ad ottenere il rendimento migliore si posizionano addirittura intorno all’11%.

Eliminando gli intermediari tutti i vantaggi restano ai privati, tranne l’iscrizione ed una percentuale (provvigione) che va ai siti dove si incontrano la domanda e l’offerta. Ad esempio, iscriversi a Boober come richiedente costa 19,95€ una tantum sommati ad una commissione sui prestiti erogati che variatra l’1,5% e il 3%, a seconda del rating, dell’ammontare richiesto. Registrarsi come finanziatore costa 9,95€ all’anno più una commissione del 10% sugli interessi percepiti.

Ma che rischi si corrono a prestare denaro a sconosciuti su internet? Il tasso di insolvenza delle operazioni è molto basso (circa 0,5%) grazie agli strumenti di sicurezza usati da questi siti. Ad ogni utente che richiede un prestito viene assegnato un rating (livello di affidabilità). Più il rating è basso, più, in teoria il tasso di interesse (in teoria, perché sono gli stessi utenti a stabilirlo) dovrebbe essere alto per compensare il rischio di chi presta denaro. In ogni caso, nell’eventualità di insolvenza, la società attiva immediatamente un programma di recupero crediti.