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martedì 22 aprile 2008

Donne ed occupazione: l'Italia supera solo Malta

Il tasso di occupazione femminile divide in due inesorabilmente il nostro paese. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, il nord Italia sarebbe allineato alle aree geografiche più evolute a livello mondiale, mentre il sud sprofonderebbe a livello Paesi come India e Bangladesh, e ben 26 punti percentuali al di sotto dell’Africa Sub-Sahariana. Un dato allarmante e molto preoccupante, per chi come me, è donna e lavora con impegno e costanza.

Il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli, ha comparato i dati forniti da Eurostat, Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) ed Istat relativi al terzo trimestre 2007. Il tasso di occupazione femminile italiano, sul totale della corrispondente popolazione di riferimento, è di 46,9% ed attesta il nostro paese al penultimo posto in Europa, davanti solo a Malta. Ma se questo dato viene scomposto in aeree geografiche fornisce molti più elementi di approfondimento.

Il Nord ha un tasso di occupazione femminile pari al 57%, nella fascia d’età delle lavoratrici tra i 15 e 64 anni (meglio di Spagna, al 55% e molto vicino alla media UE del 58,8%) che sale ad uno sbalorditivo 74,3% nella fascia di età 25 – 34 anni. Su questa fascia il Nord Italia supera persino Svezia e Danimarca, prime a pari merito nell’Europa a 27, con il loro 73,3%.

Per quanto riguarda il lavoro femminile nel Sud Italia Zohreh Tabatabai, direttrice della Comunicazione dell’Ilo, lo ha definito “un inaccettabile spreco di talenti che zavorra l’economia del Paese”. Il tasso di occupazione tra i 15 e il 64 anni è, infatti, pari al 31,2%, peggio che in Asia meridionale. L’area che comprende Bangladesh, Bhutan, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka e Iran vanta un 34,1%. Inoltre, nel mezzogiorno il tasso di disoccupazione femminile è del 14,1% e sale al 36,2% nella fascia di età 15 – 24 anni. Quello di inattività, cioè quello che comprende anche le donne che non cercano lavoro è addirittura del 63,7%.

Tra i problemi principali che ostacolano l’occupazione femminile sono da annoverare: il numero troppo basso di asili (in Campania sono 1,7% i posti sul totale dei bambini), lo scarso aiuto da parte delle nonne (che hanno più nipoti e più problemi di salute rispetto alle ‘colleghe’ del nord), la bassa propensione maschile alla condivisione della cura dei figli e l’idea da parte delle donne del sud che essere casalinga corrisponde ad un mestiere a tutti gli effetti.

Filed under: Senza categoria — Tag:, , — alessandra @ 08:44