Archivi: settembre 2007

martedì 25 settembre 2007

Rischia di essere licenziato chi parla male del posto di lavoro

Sparlare pubblicamente dell’azienda in cui si lavoro o della professionalità dei propri superiori può mettere a rischio il posto di lavoro. La maldicenza può, infatti, rappresentare “una potenzialità negativa sul futuro adempimento degli obblighi del dipendente, e fa vacillare il rapporto di fiducia con il datore di lavoro”. Lo rileva la Corte di Cassazione che, con una sentenza resa pubblica nei giorni scorsi (la 19232/2007), ha annullato la reintegrazione nel posto di lavoro di un’infermiera professionista di Monza, E. R., che era stata licenziata dalla Spa medica in cui lavorava per avere “proferito espressioni offensive sulla capacità e sulla professionalità del personale” oltre ad aver denunciato presunte gravi disfunzioni all’interno dell’ospedale (medicinali scaduti, attrezzi non sterilizzati). Finora i giudici avevano ritenuto esagerata la reazione della Holding Multimedia. Adesso la Cassazione invita a rianalizzare i fatti, tenendo conto della “delicatezza della funzione assegnata alla dipendente, lo specifico settore in cui lavorava e l’elevata responsabilità che ne conseguiva”. Il Tribunale di Monza nel 2003 e la Corte d’Appello di Milano, nel dicembre 2004, avevano giudicato illegittimo il licenziamento dell’infermiera, sostenendo che le critiche e le illazioni sulla professionalità dei colleghi o sulla correttezza della società non erano così gravi, viste le accuse “generiche”, da determinare l’allontanamento dalla struttura. Con questa sentenza la Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’azienda ospedaliera che ha insistito per la legittimità del licenziamento e ha disposto un nuovo processo. A far propendere i giudici per questa decisione anche il numero di episodi di questo tipo. La Corte di Brescia ha, infatti, ricordato che “in tema di licenziamento per giusta causa, allorquando siano contestati al dipendente diversi episodi, il giudice di merito non deve valutarli separatamente, bensì globalmente, al fine di verificare se la loro rilevanza complessiva sia tale da minare la fiducia che il datore di lavoro deve poter riporre nel dipendente” e questo perché “la molteplicità degli episodi, oltre ad esprimere un’intensità complessiva maggiore dei singoli fatti, delinea una persistenza che è di per sé ulteriore negazione degli obblighi del dipendente, ed una potenzialità negativa sul futuro adempimento di tali obblighi”.
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martedì 18 settembre 2007

La BoE interviene con 4,4 miliardi di sterline dopo la crisi subprime

La Bank of England, dopo la grave crisi della Northern Rock, è intervenuta per alleggerire la crisi dei mutui subprime. L’istituto centrale inglese ha lanciato un’operazione di “fine tuning”, cioè un’operazione straordinaria per iniettare liquidità sui mercati, al tasso di 5,75%. La Banca ha offerto nel complesso 4,4 miliardi di sterline. “Questa operazione, in aggiunta all’iniezione di martedì scorso – hanno spiegato dalla Bank of England – è stata presa per attenuare le tensioni sul mercato monetario a breve termine”. E gli effetti si sono già manifestati. Dopo la seduta il tasso overnight sui depositi in sterline è sceso a 5,80%, il minimo di seduta. Oggi i titoli Northern Rock, Alliance & Leicester e Bradford & Bingley, le tre banche inglesi coinvolte nella crisi dei mutui, hanno recuperato terreno in Borsa, con netti rialzi. Le azioni Northern Rock sono rimbalzate fino a guadagnare un 11% sul listino della City, le Alliance & Liecester il 25,17% circa e le Bradford & Bingley il 8,87%. Ma questo ottimismo non ha placato le preoccupazione dei clienti della Northern che continuano a formare lunghe file davanti agli sportelli per ritirare i loro risparmi senza dare ascolto alle rassicurazioni del cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling, che ha confermato la garanzia del Governo su tutti i depositi.
BORSE IN EUROPA
I listini delle Borse europee avevano avviato la seduta in calo, dopo il crollo di Tokyo (-2,02% il Nikkei), ma hanno gradualmente recuperato fino ad ottenere un risultato positivo. A Francoforte Deutsche Boerse balza in vetta al listino con un guadagno del 2,83%. Ordini di acquisto anche su Lufthansa (+1,03%) e Commerzbank (+0,67%). Maglia nera, invece, per Hypo Real Estate (-0,94%). A Parigi buon risultato di Unibail-Rodamco (+1.67%) e Air France-Klm (+1,15%). In calo del 1,44% invece Michelin e Bnp Paribas (-1,01%).
TASSI USA
La Federal Reserve (l’istituto centrale americano) dopo un quadriennio, sembra pronta ad abbassare i tassi di interesse per evitare che la crisi finanziaria, legata ai mutui subprime, trascinino l’economia statunitense verso una possibile recessione e per cercare di dare respiro al mercato immobiliare. Ad essere tagliato dovrebbe essere il tasso sui Fed funds, attualmente al 5,25%. Il taglio dovrebbe essere di almeno un quarto di punto, anche se alcuni analisti prevedono una mossa più radicale da parte della Federal Reserve. Se verranno rispettate queste previsioni le conseguenze sui consumatori si faranno sentire velocemente. La riduzione dei tassi ufficiali rende più conveniente i finanziamenti per i consumatori nelle loro varie forme: finanziamenti rateali sugli acquisti con carta di credito, prestiti concessi sotto la garanzia di un immobile ecc.
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