Tag: mutui subprime

lunedì 15 settembre 2008

Crac Lehman Brothers: 613 miliardi di debiti e 6mila licenziamenti

L’ultima vittima della crisi finanziaria statunitense dei mutui subprime iniziata 14 mesi fa è la Lehman Brothers che oggi ha dichiarato ufficialmente fallimento, chiedendo l’amministrazione controllata ex articolo 11 alla “Us Bankruptcy Court”, nel distretto sud di New York. Questa volta né la Fed né il Tesoro Usa hanno deciso di intervenire in soccorso della Lehman Brothers come invece è avvenuto per Fannie Mae e Freddie Mac. Sia Bank of America che Barclays hanno lasciato le trattative considerando la situazione irrecuperabile senza un aiuto del governo. Le autorità americane hanno messo in campo solo delle misure di natura tecnica per allentare i timori ed aumentare la liquidità. La Federal Riserve ha, infatti, predisposto misure per calmierare le regole che consentono l’accesso ai suoi sportelli di sconto. Inoltre ha organizzato un fondo privato “anti-fallimento” da 70 miliardi finanziato da dieci istituti di credito internazionali: Bank of America, Citibank, Barclays, Credit Suisse, Ubs, JpMorgan, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Deutsche Bank e Morgan Stanley.

Lehman  nell’atto di formalizzazione della sua bancarotta ha dichiarato di avere debiti per 613 miliardi di dollari, una somma straordinaria. La Lehman Brothers, fondata 185 anni fa, è la quarta banca d’investimenti di Wall Street. A causa del fallimento verranno licenziati 6 mila dipendenti in Europa compreso il personale delle sedi di Milano (120 persone) e Roma (20) a partire da oggi.

In poco più di un fine settimana Wall Street è stata stravolta e la mappa della finanza mondiale drammaticamente cambiata. Sarà in grado il sistema finanziario americano (e mondiale) a risollevarsi da questa difficile situazione?

martedì 18 settembre 2007

La BoE interviene con 4,4 miliardi di sterline dopo la crisi subprime

La Bank of England, dopo la grave crisi della Northern Rock, è intervenuta per alleggerire la crisi dei mutui subprime. L’istituto centrale inglese ha lanciato un’operazione di “fine tuning”, cioè un’operazione straordinaria per iniettare liquidità sui mercati, al tasso di 5,75%. La Banca ha offerto nel complesso 4,4 miliardi di sterline. “Questa operazione, in aggiunta all’iniezione di martedì scorso – hanno spiegato dalla Bank of England – è stata presa per attenuare le tensioni sul mercato monetario a breve termine”. E gli effetti si sono già manifestati. Dopo la seduta il tasso overnight sui depositi in sterline è sceso a 5,80%, il minimo di seduta. Oggi i titoli Northern Rock, Alliance & Leicester e Bradford & Bingley, le tre banche inglesi coinvolte nella crisi dei mutui, hanno recuperato terreno in Borsa, con netti rialzi. Le azioni Northern Rock sono rimbalzate fino a guadagnare un 11% sul listino della City, le Alliance & Liecester il 25,17% circa e le Bradford & Bingley il 8,87%. Ma questo ottimismo non ha placato le preoccupazione dei clienti della Northern che continuano a formare lunghe file davanti agli sportelli per ritirare i loro risparmi senza dare ascolto alle rassicurazioni del cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling, che ha confermato la garanzia del Governo su tutti i depositi.
BORSE IN EUROPA
I listini delle Borse europee avevano avviato la seduta in calo, dopo il crollo di Tokyo (-2,02% il Nikkei), ma hanno gradualmente recuperato fino ad ottenere un risultato positivo. A Francoforte Deutsche Boerse balza in vetta al listino con un guadagno del 2,83%. Ordini di acquisto anche su Lufthansa (+1,03%) e Commerzbank (+0,67%). Maglia nera, invece, per Hypo Real Estate (-0,94%). A Parigi buon risultato di Unibail-Rodamco (+1.67%) e Air France-Klm (+1,15%). In calo del 1,44% invece Michelin e Bnp Paribas (-1,01%).
TASSI USA
La Federal Reserve (l’istituto centrale americano) dopo un quadriennio, sembra pronta ad abbassare i tassi di interesse per evitare che la crisi finanziaria, legata ai mutui subprime, trascinino l’economia statunitense verso una possibile recessione e per cercare di dare respiro al mercato immobiliare. Ad essere tagliato dovrebbe essere il tasso sui Fed funds, attualmente al 5,25%. Il taglio dovrebbe essere di almeno un quarto di punto, anche se alcuni analisti prevedono una mossa più radicale da parte della Federal Reserve. Se verranno rispettate queste previsioni le conseguenze sui consumatori si faranno sentire velocemente. La riduzione dei tassi ufficiali rende più conveniente i finanziamenti per i consumatori nelle loro varie forme: finanziamenti rateali sugli acquisti con carta di credito, prestiti concessi sotto la garanzia di un immobile ecc.
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