Tag: crisi finanziaria

lunedì 13 ottobre 2008

La crisi finanziaria colpisce anche eBay

La crisi finanziaria globale sta mettendo in difficoltà anche il colosso di aste online americano eBay. John Donahoe, presidente e Ceo della compagnia, ha diramato un breve comunicato in cui annuncia una riduzione del personale pari a 1.500 unità (anche se alcuni siti parlano di mille unità, come Repubblica ed altri addirittura di 15mila), cioè il 10% di tutti i lavoratori di Ebay. La decisione è stata presa per arginare la situazione che vede le quote di eBay scese di quasi un terzo nel 2008, il livello più basso raggiunto negli ultimi 5 anni.

Oltre alla crisi finanziaria generale che condiziona negativamente gli acquisti in rete, sono in molti a sostenere che anche gli aumenti delle tariffe imposte da eBay ai venditori, ormai quasi non più discriminanti rispetto l’apertura di un proprio sito di e-commerce, abbiano il loro ruolo nell’andamento negativo del core business della società. “Crescono i venditori scontenti a causa dei costi e di altri cambiamenti – dicono Brian Blair e Ryan Hunter, due analisti di Wedge. Crediamo che Ebay abbia visto scappare molti di essi dalla piattaforma a vantaggio di siti e-commerce privati”.

Se si somma a tutto questo il fatto che per il terzo trimestre il fatturato potrebbe essere sotto ai 15,7 miliardi di dollari rispetto a quelli registrati nel secondo trimestre e che il 50% di questo è fatto fuori dagli Stati Uniti con tutte le problematiche annesse alla rivalutazione del dollaro, la situazione che si delinea all’orizzonte non è delle migliori.

Nello stesso comunicato Dohahoe va sapere anche che “La compagnia ha infatti comprato per 820 milioni di dollari e 125 milioni di azioni, la “Bill Me Later“: un’azienda che produce un sistema per rendere più rapidi i pagamenti online. Con questo sistema gli utenti avranno la possibilità di effettuare acquisti a credito, il pagamento posticipato incentiverebbe così le spese d’istinto”.

Normale mossa di assestamento interno o investimento azzardato? Staremo a vedere.

lunedì 15 settembre 2008

Crac Lehman Brothers: 613 miliardi di debiti e 6mila licenziamenti

L’ultima vittima della crisi finanziaria statunitense dei mutui subprime iniziata 14 mesi fa è la Lehman Brothers che oggi ha dichiarato ufficialmente fallimento, chiedendo l’amministrazione controllata ex articolo 11 alla “Us Bankruptcy Court”, nel distretto sud di New York. Questa volta né la Fed né il Tesoro Usa hanno deciso di intervenire in soccorso della Lehman Brothers come invece è avvenuto per Fannie Mae e Freddie Mac. Sia Bank of America che Barclays hanno lasciato le trattative considerando la situazione irrecuperabile senza un aiuto del governo. Le autorità americane hanno messo in campo solo delle misure di natura tecnica per allentare i timori ed aumentare la liquidità. La Federal Riserve ha, infatti, predisposto misure per calmierare le regole che consentono l’accesso ai suoi sportelli di sconto. Inoltre ha organizzato un fondo privato “anti-fallimento” da 70 miliardi finanziato da dieci istituti di credito internazionali: Bank of America, Citibank, Barclays, Credit Suisse, Ubs, JpMorgan, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Deutsche Bank e Morgan Stanley.

Lehman  nell’atto di formalizzazione della sua bancarotta ha dichiarato di avere debiti per 613 miliardi di dollari, una somma straordinaria. La Lehman Brothers, fondata 185 anni fa, è la quarta banca d’investimenti di Wall Street. A causa del fallimento verranno licenziati 6 mila dipendenti in Europa compreso il personale delle sedi di Milano (120 persone) e Roma (20) a partire da oggi.

In poco più di un fine settimana Wall Street è stata stravolta e la mappa della finanza mondiale drammaticamente cambiata. Sarà in grado il sistema finanziario americano (e mondiale) a risollevarsi da questa difficile situazione?