Archivi: aprile 2009

mercoledì 22 aprile 2009

Tata Nano, la macchina più economica del mondo

tatanano

Inquinamento, costo della benzina e traffico: nel mondo occidentale diversi segnali indicano che il sistema automobilistico che siamo abituati a conoscere non sarà più lo stesso nel futuro prossimo. Nel solo mondo occidentale però. Si, perchè dobbiamo anche pensare che nel resto del mondo esistono miliardi (!) di consumatori che stanno vivendo un boom (economico ma anche di aspettative) simile a quello che abbiamo vissuto noi cinquant’anni fa. Cosa succederà, ad esempio, quando masse sempre più consistenti di consumatori indiani o cinesi passeranno dalla bicicletta alla macchina? Per saperlo non dovremo aspettare che i redditi di queste persone raggiungano i livelli occidentali. Basterà attendere il lancio di vetture pensate appositamente per quei mercati

Una di queste è la nuova Nano, del gigante automobilistico indiano Tata Motors, che verrà messa in vendita alla incredibile cifra di 2.200 dollari (1.700 euro!!!). Una rivoluzione: un milione di persone si sono subito prenotate per l’acquisto ma la produzione iniziale sarà di soli 60.000 veicoli. Questo costringerà Tata ad assegnare le macchine tramite un concorso/lotteria che avrà l’effetto di aumentare ulteriormente l’interesse intorno alla Nano.

Quali considerazioni trarre da una notizia del genere? Beh, per esempio che, nonostante la globalizzazione, esistono dei mercati ancora “giovani”, ancora lontani ma comunque affascinati dagli stili di vita occidentali, nei quali è possibile far valere la propria esperienza e competenza  in fatto di conoscenza dei consumatori. Mercati nei quali andare a vendere non tanto i prodotti ma uno stile di vita, quello occidentale.

martedì 21 aprile 2009

Hollrr paga i consumatori per pubblicizzare i prodotti

hollrr

Ecco un altro esempio di attività che sfrutta l’onda lunga dei sellsumers (quei consumatori che non si limitano al consumo passivo ma che riscono a guadagnare soldi attraverso il loro impegno attivo): si chiama Hollrr ed è una piattaforma che prevede di ricompensare quei consumatori che accettano di fare pubblicità fra i propri contatti di un prodotto particolarmente gradito.

Il meccanismo è questo: i fan di un particolare prodotto cominciano iscrivendosi al gruppo (“tribù dei sostenitori”) di supporto del prodotto. Se il gruppo ancora non esiste, possono suggerirne agli amministratori del sito la sua creazione (lo staff di Hollrr si attiva quindi per contattare l’azienda produttrice e verificare il suo interesse all’iniziativa). Una volta che viene istituita la “tribù”, i suoi appartenenti cominciano l’opera di “diffusione del verbo”, scrivendo recensioni e pubblicando sui propri siti/blog/social network dei banner pubblicitari messi a disposizione da Hollrr.

Grazie alla partnerhip fra il sito e le aziende produttrici, il sistema è in grado di distribuire premi in denaro per ogni visita sul sito web del prodotto proveniente dai banner degli utenti della specifica tribù. Per ogni visita, la ricompensa riguarda sia il singolo “promotore”, sia la relativa tribù, i cui membri vengono quindi a beneficiare anche delle attività promozionali degli altri membri. Come limitazione a possibili utilizzi di malintenzionati, il sistema prevede un massimo di cinque prodotti reclamizzabili per ogni utente.

lunedì 20 aprile 2009

It's My Scar traforma le cicatrici in gioielli

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Va bene la personalizzazione. Va benissimo l’unicità e l’esclusività, ma qui forse stiamo esagerando. La segnalazione di oggi infatti è a metà fra l’insolito e l’eccessivo: It’s My Scar (letteralmente “è la mia cicatrice”) è un’azienda americana che permette ai clienti di acquistare gioielli della forma (unica) delle loro cicatrici.

Non è uno scherzo. Siamo nell’era ella personalizzazione spinta dei prodotti e questa è solo l’ennesima dimostrazione delle infinite possibilità a disposizione delle imprese per offrire ai consumatori prodotti sempre più su misura. It’s My Scar funziona in modo molto semplice: i clienti inviano all’azienda una foto della propria cicatrice e nel giro di 6-8 settimane possono ritirare un gioiello riprodotto nella stessa identica forma. Il costo di ogni gioiello-cicatrice varia dai 400 dollari fino a 1.500 dollari e dipende dal materiale utilizzato e dal tipo di gioiello scelto (braccialetto, anello, orecchini o catenina).

L’idea di tutto ciò nasce dall’esperienza personale del fondatore dell’azienda, che ha realizzato il primo gioiello sulla base di una propria cicatrice per commemorare la sopravvivenza ad una brutta malattia alla tiroide. Estendendo il concetto, ha creato It’s My Scarl, un’azienda specializzata in questo tipo di realizzazioni e il cui motto è “afferma il tuo passato e indossa la tua storia“.

Filed under: Novità imprenditoriali — Tag:, , , , — daniele.bellomo @ 14:53

venerdì 17 aprile 2009

L'albergo che compra l'arredamento dai clienti

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Che fatica essere originali e di tendenza! Nel settore della ricettività abbiamo già visto l’albergo a zero stelle Null Stern Hotel, il Jumbo Hostel e l’albergo con camere a tema per i bambini, ma mai ci saremmo aspettati di trovare un albergo che compra mobili e oggetti di arredamento dai propri clienti.

Succede in Olanda, con l’Hotel X di Maastricht, un nuovo concept di hotel che sta per essere sviluppato dal gruppo alberghiero La Bergère. Il concetto è questo: per garantire un’atmosfera unica ed irripetibile, l’albergo verrà arredato con oggetti e pezzi di arredamento presi dalle persone comuni; per fare questo è stato organizzato una specie di mercatino virtuale sul sito dell’hotel, in cui si chiede alle persone interessate di rovistare nelle proprie case e soffitte e di segnalare oggetti interessanti che potranno essere comprati dall’albergo e piazzati come arredamento delle stanze e delle aree comuni. Gli oggetti, corredati da foto e prezzo richiesto, vengono poi vagliati dallo staff di designers dell’albergo ed eventualmente acquistati.

Di seguito un video che mostra la campagna promozionale lanciata dall’albergo.

giovedì 16 aprile 2009

Teddylux, gli animaletti in cashmere riciclato

teddylux

Sono tempi di riciclo, anche e soprattutto per i materiali più pregiati; come il cashmere ad esempio. Strano che non ci avesse pensato nessuno prima all’idea di riutilizzare il cashmere dismesso per realizzare animaletti e gadget per bambini.

E’ quello che fa l’americana Teddylux Cashmere, che vende online questo tipo di prodotti realizzati a mano dal designer Brooke Serson Cernonok. Ogni pezzo quindi è unico ed è possibile anche inviare il proprio cashmere per vederlo trasformato da questo “artista dei pupazzetti” in creazioni ancora più personalizzate.

Un’idea molto interessante perchè riunisce due tendenze molto forti in questo momento: la passione dei consumatori per prodotti non-standard, personalizzati ed esclusivi e la sempre più diffusa sensibilità al riciclaggio ed alla sostenibilità dei consumi.

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