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mercoledì 16 gennaio 2008

I fondi di investimento perdono 53 miliardi di euro nel 2007

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I dati di Assogestioni, l’associazione delle società che si occupano di risparmio gestito, confermano il clima di sfiducia ed incertezza dei risparmiatori nei confronti del mercato. Nel 2007, sono infatti spariti 53 miliardi di euro dai fondi di investimento italiani, anche se il mese di dicembre ha registrato un + 5,6 miliardi contro la perdita di 7,9 miliardi del mese di novembre. In percentuale si è avuto un calo, rispetto al 2006, di capitale totale di risparmio, investito nei fondi nazionali, pari al 5,8% (arrivato così a 570 miliardi di euro). I dati forniti da Assogestioni sono, comunque, ancora provvisori, visto che devono arrivare i bilanci relativi ai fondi esteri. I risultati definitivi saranno disponibili a febbraio. Il fanalino di coda nella classifica delle categorie spetta ai fondi azionari ed obbligazionari che sono stati i prodotti maggiormente colpiti dai deflussi.

I fondi azionari hanno riportati ribassi per oltre 23,6 miliardi di euro, con il patrimonio precipitato da 154 a 134,9 miliardi di euro. Peggiore di questo dato già poco rassicurante il risultato dei fondi obbligazionari: nel 2007 hanno perso 46,3 miliardi di deflussi, con il patrimonio che è sceso da 247 miliardi di euro rispetto ai 204,4 miliardi del 2006.

Il bilancio dl 2007 ha registrato invece un andamento positivo dei prodotti Flessibili che hanno registrato il risultato migliore di tutte le categorie: nonostante i -722 milioni di dicembre (anche se in ripresa rispetto a novembre), archiviano per l’intero 2007 un +10,5 miliardi di raccolta ed un patrimonio in crescita a 66,8 miliardi.

Al secondo posto si sono posizionati i prodotti di Liquidità, grazie anche alla scarsa propensione al rischio degli investitori, con un totale di raccolta positiva pari a 7,6 miliardi ed un patrimonio di 94,2 miliardi.

I prodotti bilanciati hanno segnato un -594 milioni a dicembre. Il patrimonio ha subio, rispetto allo scorso anno, una flessione del 21% che lo ha portato a 33,4 miliardi.

martedì 08 gennaio 2008

Mutui, le banche non applicano la legge Bersani

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Un’inchiesta di Altroconsumo ha dimostrato come la portabilità del mutuo a costo zero per il consumatore, prevista dalla legge Bersani, è praticamente una chimera. Su quaranta filiali di grandi gruppi bancari di Milano e Roma (Unicredit, IntesaSanpaolo, Bnl, Bipop, Popolare Milano, Deutsche Bank ecc) controllati dall’associazione, solo due applicano in parte la norma, cioè trasferiscono il mutuo ad un altro istituto di credito senza spese. Solo in parte, perché, trattandosi di vecchi contratti, pretendono ugualmente la penale di estinzione anticipata. La legge 40/2007, pubblicata ad aprile dello scorso, in pratica non è mai stata applicata. L’articolo 8 ‘Portabilità del mutuo; surrogazione” prevede infatti la possibilità di passare i mutui, accesi con un istituto bancario, ad un altro istituto, senza che ciò comporti alcun costo. Sulla carta la procedura dovrebbe essere molto semplice, basterebbe una comunicazione all’istituto con il quale è in corso il mutuo ed il nuovo istituto subentrerebbe nelle garanzie accessorie, personali e reali, al credito surrogato. La norma stabilisce altresì che è nullo ogni patto, anche posteriore alla stipulazione del contratto, con il quale si impedisca o si renda oneroso per il debitore l’esercizio della facoltà di surrogazione. Nella realtà la legge sulla portabilità non è assolutamente applicata dalle banche, che negano la possibilità di spostare il proprio mutuo in un altro istituto di credito, e quando lo è, i costi sono molto elevati. Per spostare un mutuo per l’acquisto di una casa del valore di 200mila euro le cifre richieste oscillano tra i 500 e i 3.500 euro quando dovrebbero essere pari a zero. E pensare che tecnicamente per spostare un mutuo sono necessari solo quindi minuti. Le fonti delle associazioni bancarie, comunque, cercando di risolvere la questione, specificano che, se lo scopo della legge è quello di far scendere gli oneri per i consumatori, allora l’altra strada percorribile è quella di rinegoziare il mutuo presso la propria banca. Operazione che, tra le altre cose, non richiede neanche l’intervento del notaio e quindi delle spese della sua parcella.

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mercoledì 12 dicembre 2007

Nessuna donna tra le '50 Women to watch'

Non c’è nessuna donna italiana da tenere d’occhio nel 2007, tra le prime cinquanta manager nel mondo, secondo la classifica stilata dal prestigioso Wall Street Journal. Non che la cosa stupisca, vista la difficoltà delle donne italiane ad emergere e a rompere il famoso glass ceiling. L’elenco redatto ogni anno dal quotidiano riunisce le donne che più si sono contraddistinte nelle imprese, nella finanza e nell’economia a livello mondiale e per questo non devono assolutamente essere perse di vista. Il WSG compila inoltre una classifica con le prime dieci manager in Europa. Ma, anche in questa cerchia ristretta, e a noi più famigliare, non compaiono nomi italiani.Nel 2006 si erano piazzate ,al 43esima tra le “50 Women to watchFrida Giannini (nella foto), subentrata lo stesso anno a John Ray, nel ruolo di direttore creativo della maison Gucci , e, nella speciale classifica europea, Silvana Armani, creativa dell’omonimo gruppo e Laura Ferro, presidente ed amministratore delegato della Genitum, azienda biofarmaceutica. Nel 2005, invece, le uniche italiane classificate furono Miuccia Prada, nella lista mondiale, e Patrizia Micucci, la managing director di Lehman Brothers, in quella europea.

Filed under: Senza categoria — Tag:, , , — alessandra @ 16:48

mercoledì 05 dicembre 2007

Sarà un Natale all'insegna degli acquisti online

Secondo Forrester Research, la società di ricerca americana indipendente che analizza i cambiamenti apportati dalla tecnologia e il loro impatto sulla società e suoi consumatori finali, quest’anno in Europa gli utenti della Rete spenderanno circa 51miliardi di euro online durante il periodo natalizio, con una crescita del 58% rispetto allo stesso periodo nel 2006. In altre parole, per le previsioni dovrebbe essere un ottimo Natale per le aziende online del vecchio continente. In questa ricerca, Forrester ha esaminato 17 paesi dell’Europa Occidentale e ventidue categorie di vendita, prendendo spunto dagli European Consumer Technographics. Dal report si deduce che Regno Unito, Svezia e Germania sono i tre paesi in cui i consumatori acquistano maggiormente online, rispetto alla media europea, contando circa il 70% degli utenti in rete che fanno acquisti in questi tre paesi. Il Regno Unito è anche il primo paese in Europa per numero di vendite online con 27 milioni di acquirenti, che per le previsioni, spenderanno per questo Natale più di 700euro a testa e batteranno il record di 20 miliardi di vendite online. In Italia ed in Spagna la percentuale di chi farà acquisti sul web durante il periodo dello shopping natalizio scende al 30%, pari per il Belpaese, ad una spesa di 2,1 miliardi di euro.
Le categorie che dovrebbero sostenere maggiormente questa crescita sono state identificate da Forrester in libri, video e dvd, gioielli, giochi, video games, gadget elettronici, alcol e, categoria principe, viaggi e turismo (anche se sulle pagine di Repubblica, nell’inserto del lunedì, inspiegabilmente, appaiono solo tre categorie, tra cui i vestiti, che nella ricerca non vengono neanche citati) che occuperanno più della metà della spesa online per gli acquisti di Natale.

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martedì 27 novembre 2007

Una norma del pacchetto sicurezza vieta i finanziamenti statali in caso di reato

Nel pacchetto sicurezza, ora al vaglio del Parlamento, è stata introdotta una norma di ‘sistema’ che prevede la sospensione dei finanziamenti pubblici in caso di condanna. In pratica, si legge nell’articolo di Giovanni Negri su ‘IlSole24Ore’, viene esteso quanto già previsto dalla disciplina antimafia a reati che poco hanno a che fare con le organizzazioni criminali. La norma, se passasse, alzerebbe i requisiti di onorabilità necessari per essere i destinatari di finanziamenti, contributi e tassi agevolati. I soggetti destinatari di questo divieto sono coloro che richiedono contributi e finanziamenti pubblici per attività imprenditoriali, oppure chi svolge funzioni d’amministrazione, di direzione o di controllo all’interno dell’azienda richiedente, qualora abbiano riportato una condanna definitiva per alcune tipologie di reato. Tra i reati, oltre alle false comunicazioni sociali, alla truffa, all’usura, alla ricettazione e al riciclaggio, ai reati societari (come il falso in bilancio), fallimentari (come la bancarotta, fraudolenta o semplice), tributari (come la violazione della disciplina antievasione), ai delitti (non colposi, che abbiano comportato non meno di tre anni di reclusione), sono state introdotte anche le lesioni colpose in violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro (normativa antinfortunistica).
Non ha importanza, inoltre, se la condanna sia stata o no patteggiata, la norma si applica ugualmente: l’imprenditore o l’amministratore restano lo stesso interdetti. Tra le novità di questa norma, che ha lo scopo di ridare trasparenza ai rapporti tra imprenditoria privata e settore pubblico, c’è quella della sua applicazione anche in una semplice pronuncia di condanna in primo grado per uno dei reati previsti. Nel caso in cui poi la condanna dovesse diventare definitiva la sospensione delle erogazioni e delle agevolazioni si trasformerebbe in revoca. Allo stesso modo sarebbe rimossa, se l’imprenditore fosse ritenuto innocente ed assolto.
Filed under: Senza categoria — Tag:, , , — alessandra @ 15:19
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